domenica 11 novembre 2012

Nozioni di base di linguistica generale

L’uomo fin dai primordi ha avvertito la necessità di comunicare con gli altri esseri della stessa specie. L’evoluzione anatomica del cranio, dei muscoli facciali, della lingua e degli altri muscoli connessi alla sua motilità e dello stesso osso ioide al quale la lingua è ancorata, hanno consentito l’emissione dei primi suoni fonetici creando le premesse che nelle successive tappe evolutive hanno dato origine ad un sistema di comunicazione verbale. Una definizione ampiamente accettata e condivisa del termine lingua (linguaggio verbale umano) è quella che la definisce un mezzo primariamente orale di espressione e comunicazione umana, costituito da un sistema di segni che si attualizzano in messaggi o testi. In essa possiamo distinguere due dimensioni essenziali: una cognitiva che la caretterizza come “espressione simbolica del pensiero” ed una funzionale che ne mette in evidenza l’essere uno “strumento tipico di interazione comunicativa dell’uomo con i propri simili”. Vi è un certo accordo fra i linguisti nel riconoscere nella lingua la presenza di un certo numero di tratti costitutivi o proprietà tali da distinguere la lingua propriamente detta, o linguaggio verbale umano, da ogni altro sistema di comunicazione. In una lingua, nel senso più completo del termine, distinguiamo livelli di analisi diversi che possono essere studiati separatamente: la fonologia che si occupa dei suoni, la morfologia che studia le parole, i sintagmi per lo studio delle combinazioni parole, la sintassi che si occupa delle frasi e della loro concatenazione ed infine la semantica e la pragmatica, dove la prima studia il riferimento dei segni alle entità da essi designate, e la seconda le condizioni di appropriatezza del loro uso in una situazione. Dopo queste premesse introduttive relative al termine di lingua, un altro termine da definire è quello di “interlingua”; con questo termine viene definita una lingua artificiale con finalità di esprimere il contenuto di parole e frasi composte in un insieme determinato di lingue. Questo fenomeno è studiato nell’ambito della “sociolinguistica” o “sociologia del linguaggio” che indaga sulla dimensione sociale del linguaggio, come fatto culturale e nella sua variabilità poichè questa tendenza alla variabilità è in rapporto alla variabilità dei contesti sociali. Pertanto questa forma di comunicazione perde ogni dimensione formale (tipica della lingua) e diventa strumento di comunicazione fra individui in contesti più o meno particolari.

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